UN’ OCCASIONE MANCATA, nella terza edizione del Messale Romano, di una vera e profonda rinnovazione della Liturgia Eucaristica:

  1. LA “PREGHIERA SULLE OFFERTE”

Non è corretto viverla come segno di partecipazione dell’Assemblea all’offerta del Sacrificio eucaristico: sarebbe meglio che i riti del cosiddetto Offertorio appaiano come riti umili e secondari.

Nella storia della Liturgia, la preghiera sulle “offerte“ è stata quasi sempre recitata a bassa voce. (Così spiega già Amalario nel IX secolo e con il nome di segreta figura già nei più antichi Sacramentari romani – Veronese e Gelasiano).*

L'Altare

L'altare rappresenta Cristo. Esso è luogo del sacrificio e dell'offerta. Si faccia perciò attenzione a non ridur- re in alcun modo l'altare a un supporto per collocare, solo anche provvisoriamente, qualunque genere di og- getti. Il rispetto della dignità altissima di questo luogo architettonico richiede infatti che su di esso vadano disposte solo le cose richieste per la celebrazione della Messa: l'Evangelario, dall'inizio della celebra- zione fino alla proclamazione del Vangelo; il calice con la patena; la pisside, se necessaria; il corporale, il pu- rificatoio, la palla; il Messale, solo dal momento della presentazione dei doni fino alla purificazione dei vasi. Così i fiori, piuttosto che sopra la mensa dell'altare, si dispongano preferibilmente a…

Nella messa i fiori non andrebbero messi sull’altare, perché è dedicato al Signore, a Dio in persona. Ma devono servire a dare risalto all’altare dove si sta celebrando il mistero eucaristico. Possono essere messi in modo da far partecipare anche loro al mistero.