Nel corso dell'anno 1453 crolla l'Impero Romano di Oriente. Nel secolo successivo il Sultano dei Turchi Solimano II, detto il Magnifico , rivolse le armi contro l'Europa e dopo aver invaso l'Ungheria e la Moldavia tra il 1529 ed il 1532, tentò per tre volte di conquistare Vienna finché fu costretto a firmare una tregua.
Alcuni decenni più tardi, precisamente nel 1571, sarà Solimano III a provare a sconfiggere i cristiani in una epica battaglia navale a Lepanto ma ancora una volta il tentativo fallirà.
Ma nel corso del secolo successivo l'impero Ottomano, dopo aver raggiunto il suo massimo splendore, aveva ripreso l'espansione militare. In particolare nell'Europa Orientale l'avanzata dell'Islam si era spinta fino a Belgrado e Buda ed i regnanti cristiani non erano né uniti né sufficientemente forti per opporvisi efficacemente.
Al contrario l'Europa, oltre che composta di tanti stati e statarelli, era divisa in due grandi fazioni perennemente in lotta fra loro:
- la fazione ispano imperiale con a capo il Regno di Spagna di Re Carlo II e l'Impero della Casa d'Austria di Leopoldo I;
- la fazione francese di Luigi XIV che oltre ad essere in conflitto secolare con la dinastia asburgica si trovava in guerra con l'Olanda e non voleva compromettere l'accordo commerciale sottoscritto al tempo di Solimano il Magnifico in virtù del quale aveva libero accesso al commercio del Levante.
In quel tempo il Re di Spagna si preoccupava unicamente che il sole non tramontasse mai sul suo regno mentre il Re di Francia era fortemente impegnato nella guerra con l'Olanda. Ai margini di queste due fazioni oscillavano, assillate a loro volta da gravi problemi, il Regno di Polonia sotto Giovanni III Sobieski, l'Impero Russo sotto i Romanoff e il Regno del Portogallo.
Queste fazioni, incuranti del pericolo mortale che incombeva sull'Europa, si ostacolavano fra loro e Luigi XIV sperava addirittura in un successo ottomano sulla Casa d'Austria nella segreta speranza di ampliare i propri confini al di là del Reno.
Tali circostanze rappresentavano una straordinaria occasione per il Sultano Maometto IV, il quale invece era a capo di un regno sconfinato e granitico, per ritentare la conquista dell'Europa e dare così la spallata decisiva alla cristianità. Infatti il Sultano Maometto IV ed il suo Predicatore di corte, nonché ideologo Mehemet Vani, preparavano segretamente il piano per conquistare quelle che chiamavano le «mele d'oro» d'Europa, ovvero Vienna e Roma. Roma, in modo particolare, costituiva un'aspirazione lungamente sognata.
Fu in questo contesto che nel 1676 Benedetto Odescalchi salì al soglio pontificio con il nome di Innocenzo XI e fin dai primi giorni del suo pontificato si rese conto, con molto acume, che il pericolo più grave per il Cristianesimo consisteva nella brama espansionistica islamica.
Pur di fronte ad enormi difficoltà svolse una sapiente e tenace politica unionistica presso tutte le Corti europee, egregiamente coadiuvato dai suoi Nunzi Apostolici, e nonostante la dolorosa opposizione del Re di Francia la sua azione si concretizzò il 31 marzo 1683 con l'accordo tra l'Imperatore Leopoldo I ed il Re di Polonia Giovanni Sobieski- i territori dei quali erano i più esposti al pericolo- i quali si impegnavano al reciproco soccorso nel caso che i turchi avessero sferrato quell'attacco da tutti ormai considerato ineludibile.
Infatti all'inizio del 1683, il Sultano Maometto IV aveva scritto una lettera molto esplicita indirizzata all'Imperatore Leopoldo I che concludeva così:
«Io ho in animo di invadere la vostra regione per schiacciare il vostro insignificante paese. Lo distruggerò con il ferro e con il fuoco. Soprattutto ti comando (o imperatore) di attendermi nella tua residenza affinché possa tagliarti la testa».